Il patrimonio librario

 

La maggior parte del patrimonio librario si compone attualmente di volumi che riguardano soprattutto materie religiose. Comprende 5.000 libri antichi, circa 25.000 libri moderni e 2 incunaboli. Sul fondo antico è stato operato un intervento di catalogazione da parte della Regione Lazio, che ha prodotto un catalogo sia cartaceo sia informatico per soli 3.000 volumi usando il software CD ISIS 3.0. La tipologia del fondo si compone prevalentemente delle seguenti materie: Sacra Scrittura, teologia, storia, patristica, diritto canonico e civile, omiletica, letteratura, morale, spiritualità. Il fondo moderno, in fase di ricognizione quantitativa, comprende, oltre alle suddette materie, anche altre discipline teologiche, con una particolare specializzazione per la pastorale vocazionale.
Dal 2017 è stato creato un fondo locale che, posto a scaffale aperto, costituisce un valido strumento per gli studiosi di storia locale. Circa 13.000 volumi sono stati attualmente catalogati in SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale) e sono consultabili nell’OPAC del polo della Regione Lazio RL1 e nell’OPAC nazionale SBN. Nel 2008 è stato trasferito presso la Biblioteca anche il cospicuo patrimonio librario del Capitolo della Cattedrale di Ferentino, composto da un discreto fondo antico. Negli ultimi due anni il fondo è in fase di studio, con lo scopo primario di selezionare i volumi che verranno catalogati e resi consultabili al pubblico.

Fondi speciali

Nel 2013 è stato acquisito il fondo librario del Monastero delle Suore Clarisse di Ferentino. Depositato in un primo momento presso l’Archivio Storico diocesano, nel 2017 è stato definitivamente collocato presso la Biblioteca diocesana. La presenza delle suore Clarisse a Ferentino risale ai tempi della sua fondatrice. Il quel tempo le religiose vivevano fuori la città e soltanto dopo il 1330 trovarono una sistemazione all’interno delle mura. L’attuale monastero venne edificato per volere del vescovo Fabrizio Borgia (1729-1754) e terminato con il governo del vescovo Pier Paolo Tosi. Il prezioso patrimonio bibliografico appartenuto alle Suore Clarisse consiste di circa 1000 volumi dei quali circa 400 appartenenti al fondo antico e altri 600 circa al fondo moderno. In prevalenza il fondo trasferito si compone di testi di agiografia, morale, teologia, spiritualità e storia. Sono i volumi sui quali per anni hanno studiato e meditato le suore che hanno scelto la vita claustrale e che da sempre rappresentano una presenza significativa per la vita religiosa della città.

Beni archivistici
e Fondo Morosini-Sacconi

Oltre al patrimonio bibliografico, la Biblioteca conserva anche alcuni fondi archivistici di notevole interesse storico, per il territorio e non solo.
Di grande rilevanza è il Fondo Morosini-Sacconi appartenuto a Luigi Morosini, noto architetto nato a Ferentino nel 1866. Quest’ultimo contiene svariata documentazione grafica relativa ad alcuni importanti opere realizzate a Ferentino (fra questi, i lavori nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, le opere del cimitero, il monumento ai caduti in Piazza Matteotti) e disegni relativi ai lavori eseguiti in altre località, come ad esempio ad Alatri, nella Cattedrale, a Ceccano, nel Santuario di S. Maria a Fiume. Ma la rilevanza del fondo archivistico è da ascriversi senza dubbio alla conservazione di una preziosa serie di disegni autografi di Giuseppe Sacconi, fratello della moglie del Morosini, architetto progettista dell’Altare della Patria a Roma. Nato a Montalto delle Marche il 5 luglio 1854, Giuseppe Sacconi frequentò da giovane l’Accademia di belle arti, seguendo corsi di pittura, scultura e architettura. Diplomatosi, seguì un periodo di formazione a Roma dove approfondì i suoi studi sull’arte antica. Nel 1882 partecipò al concorso per la realizzazione del monumento a Vittorio Emanuele con un progetto che prevedeva la realizzazione di un grandioso monumento dedicato al “padre della patria”. La commissione scelse il progetto del Sacconi, che diresse i lavori iniziati nel 1885. Il cantiere dovette affrontare molteplici problematiche e l’opera venne inaugurata il 4 giugno del 1911, dopo la morte del Sacconi sopraggiunta nel 1905. Dopo la prima guerra mondiale, il Vittoriano da monumento al “padre della patria” divenne Altare della Patria. I disegni conservati nella Biblioteca diocesana riguardano principalmente studi preparatori per la realizzazione dell’edificio: vari prospetti del monumento, bozzetti per il basamento della statua equestre, disegni relativi a modifiche apportate al progetto originale in corso d’opera, ecc… La serie è inoltre corredata di svariate immagini fotografiche relative alle fasi di costruzioni del monumento.